martedì 23 giugno 2015

LATTE IN PUNTA DI DITA... la storia di latte di Elena e Gisella


Non si smette mai d'imparare. Al termine dell'allattamento di Ginevra scrissi che speravo di ricominciare presto. Ed ecco 12 mesi esatti dopo, il test positivo! Una gravidanza di per sé problematica mi ha subito fatto capire che ci sarebbe stato da sudare. A causa di un iposviluppo e della mia placenta previa a 37 settimane intervengono. La mia cucciola nasce e stupendo tutti è perfettamente in grado di respirare autonomamente. Gisella la piccola guerriera 2kg di peso per 44 cm. Da qui inizia il mio secondo allattamento. Post cesareo e bimba con iposviluppo. Mi ero informata ed ero già in contatto con Monica Bielli il mio angelo del latte. Sapevo che dovevo iniziare il prima possibile a tirarmi il latte. E così fu. Tiravo ogni tre ore giorno e notte e tutto quello che usciva era per lei. Ci dimettono dopo 5 gg il calo massimo sono stati 80 gr ma era già in rimonta. A 48 ore dalle dimissioni (1 settima dalla nascita) aveva recuperato il peso alla nascita. L 'attaccavo per consolazione e stimolazione ma l'alimentazione era tramite biberon quasi esclusivamente mio latte tirato, avrò dato 2 giunte di artificiale al massimo in un giorno. Vi lascio immaginare quanto dormissi! La piccola però non voleva saperne di mangiare al seno la sua poppata non era efficace. Sapevo di dover intervenire il prima possibile. Chiamai Monica e ci accordammo di vederci da lì 4 gg in mezzo c'era Pasqua. Quando entrò in casa mi sentii al sicuro protetta. Parlammo molto esamino' Gisella dopodiché mi insegnò il finger feeding in pratica dovevo addestrare Gisella alla suzione mediante l utilizzo di una siringa e il mio dito. Se faceva i movimenti corretti rilasciavo il mio latte... così oltre a tirarmelo dovevo anche alimentarla a sondino considerando che prendeva anche 80ml di latte era un'ora buona di lavoro . Quindici giorni così . E l' attaccavo sempre per mantenerla attiva. In pratica ero in piedi 24h24. In aggiunta una serie di esercizi che dovevo far fare alla piccola per posizionare correttamente lingua labbra gengive. .. Dopo due settimane ero velocissima a darle da mangiare . Aveva capito il meccanismo doveva solo tararlo su di me. Decisi di togliere il biberon e attaccarla solo al seno. Provai un week end e... iniziò a prendere peso! A togliere completamente giunte ecc ci ho impiegato un'altra settimana ma che emozione dire a Monica che avevamo vinto anche questa volta ! Adesso ha quasi 3 mesi prende 200gr a settimana e pesa 4,550 kg ovvero 2,5 kg in più rispetto alla nascita !!! è impegnativa ma la soddisfazione di allattarla è enorme !!!! Non smetterò mai di ringraziare Monica per aver reso possibile anche questo allattamento per avermi insegnato a nutrire mia figlia . E come sempre un grazie speciale va a lui che alla fine se tutto questo è stato lo devo soprattutto a Marco il papà, silenzioso spettatore ma fervido sostenitore colui che per primo crede in me anzi in noi.

mercoledì 17 giugno 2015

Quando una madre nasce, la vita si sdoppia... la storia di latte di Simina


Ero alla 34esima settimana e non ero pronta. Pensavo fosse incontinenza e invece erano le membrane rotte. Non avevo nulla di pronto. Allagai la casa in cerca dei body e delle tutine, ancora da stirare e piegare. In qualche modo persi i sensi, per recuperarli molti giorni dopo. Un automa, a cui dire cosa fare e pensare. Questo lo posso dire solo ora, a distanza di 17 mesi quasi, ma allora credo fosse mera sopravvivenza. Quando mi portarono il mostriciattolo in stanza, il giorno dopo, non capivo chi fosse. O meglio, sapevo fosse mio figlio. Ma non provavo nulla. Mi faceva solo ridere, perché era bruttino e rugoso. La sera, il mio compagno mi riportò a trovarlo e di nuovo non lo riconobbi come parte di me, per un attimo temetti che me l'avessero scambiato, ma Fabrizio mi rassicurò. Cominciai ad avvicinarmi un po' a lui quando mi attaccarono al tiralatte. In quei 10 ml di colostro c'era tutto l'inizio della mia vita da madre. I dieci giorni di degenza che seguirono, furono scanditi dagli infiniti tentativi di attaccarlo al seno e dal rumore del tiralatte. Provai anche a chiedere aiuto, ma smisi dopo che un'infermiera strinse fortissimo il piedino di Emil per fargli male di modo che piangendo aprisse la bocca e, a tradimento, gli infilasse il mio capezzolo in bocca. Una volta tornati a casa, la nostra storia continuò piuttosto bene. Il tiralatte era il mio miglior amico, anche se prima di ogni bibe continuavo a proporgli il seno, giorno e notte. I risultati però, erano sempre gli stessi. Una ciucciatina e si addormentava stremato dalla fatica. I giorni passavano e pian piano la produzione di latte sembrava diminuire. Erano apparse in casa anche delle scatole di latte artificiale e ogni tanto il mantra era “Non è mai morto nessuno di latte artificiale!”. Io stessa cercavo di convincermi, mentre vedevo aumentare il fabbisogno di Emil e diminuire la mia capacità di nutrirlo, di essere sua madre. Il latte rappresentava la mia indulgenza. Dovevo farmi perdonare perché il mio corpo l'ha espulso prima del tempo, perché ho permesso che me lo portassero via, per non averlo amato sin dall'inizio. Guardavo le foto di altre mamme che allattavano i piccoli e mi sentivo mamma a metà, e anche meno. Nel suo quarantesimo giorno di vita ho vissuto il momento più brutto ma anche il più bello. Come al solito, la mattina mi attaccai all'aggeggio, 30 ml in 3 ore. Decisi di smettere di illudermi e di mettermi il cuore in pace. L'avrei coccolato, baciato e abbracciato, fino allo sfinimento. Avrei trovato il modo per compensare. Verso le 7 di sera, decisi di darci un'ultima possibilità. Io e lui, sul divano e.... si attaccò al seno per non staccarsi mai più, rivelandosi un ottimo ciucciatore. Non ho ancora trovato le parole che meglio identificassero quel momento. Vi risparmio gli aneddoti con i vari operatori sanitari, perché nulla conta più. Quando una madre nasce, la vita si sdoppia, ed il latte materno diventa il giro di boa tra la vita terrena e quella in paradiso. Sì, per me è stato un po' come morire dolcemente e riaffacciarmi alla vita nuova, pulita e nel mio piccolo farò il possibile perché nessuna mamma debba rinunciare alla sua vita di latte, di amore e di vita stessa.

venerdì 5 giugno 2015

...a volte la vita ci pone davanti a cambi di direzione obbligati e noi mamme li dobbiamo saper accettare... LA STORIA DI LATTE DI CARLA E GIOVANNI


Dopo una gravidanza da manuale, un parto non particolarmente doloroso durato 3 ore inizia la mia storia di latte con Giovanni..mi sembra ieri e son già passati 8 mesi e mezzo.Desideravo molto allattarlo,avevo letto qualche libro e seguito il corso pre-parto ma il desiderio era così grande che il pensiero di non riuscirci mi ha mandata in confusione facendomi perdere la lucidità.Purtroppo non sapevo dell'esistenza di consulenti in allattamentoDei giorni in ospedale ricordo la sensazione di ansia nell'attendere la montata, in seconda giornata un ingorgo peggiorato inizialmente dal tiralatte ma poi risolto con semplici spugnature...finalmente il terzo giorno ci hanno dimessi con calo fisiologico interrotto.pensavo che una volta a casa tutto sarebbe stato più facile..non è stato così. Consultai il pediatra che mi disse di allattare non oltre i 20 minuti e facendomi doppia pesata in studio mi iniziò a parlare di aggiunta di latte artificiale.Giovanni si addormentava ciucciando i primi giorni e stava attaccato anche un'ora e mezza di fila..e io pensavo alle parole del pediatra..il mio pensiero ricorrente era "ma se sta attaccato così tanto sarà perché non ho abbastanza latte"...dovevo solo avere pazienza e fidarmi di mio figlio e invece dietro consiglio del pediatra ho iniziato a dare aggiunta,vivendola come una sconfitta.Ho poi provato in tutti i modi a toglierla e dopo un mese passato tra tiralatte,das ( dispositivo allattamento supplementare medela) e tanto sconforto, grazie anche all'aiuto e alla pazienza di Monica ci siam riusciti.Poi dopo il primo vaccino la produzione è di nuovo diminuita perché il pupo ciucciava pochi minuti e poco frequentemente...di nuovo aggiunta col das,di nuovo tolta. Al secondo vaccino idem come il primo e il pediatra (che cambiai nel frattempo ) mi propose svezzamento a 5mesi.Mi sono rifiutata e ho iniziato a dare il latte mio tirandolo con tiralatte doppio. Anche qui di nuovo qualche aggiunta..e finalmente ai sei mesi di Giovanni,con lo svezzamento ho iniziato davvero a godermi l'allattamento. Nel frattempo Monica mi ha proposto il suo corso di massaggio infantile..e mi son detta "perché no?" Massaggiavo il pupo e chiacchieravo con altre mamme...tornavamo a casa entrambi più rilassati.Da qui ho iniziato a capire che tutti quei mesi faticosi psicologicamente avevano avuto una loro ragion d'essere. Ho capito che le cose non sempre vanno come speriamo e desideriamo, anche se ci mettiamo tutta l'energia possibile..a volte la vita ci pone davanti a cambi di direzione obbligati e noi mamme li dobbiamo saper accettare.Ora che Giovanni inizia a gattonare e voler esplorare il mondo con le sue gambine non ha più molta pazienza di ciucciare,ma nel mei tai che ha realizzato per noi Simina (carry Koala ) si placa e ciuccia rilassato.stasera dopo una ciucciatina velocissima non ne voleva sapere di fare la nanna e così ho approfittato di un momento in cui era a pancia in giù per iniziare a massaggiargli la schiena...piano piano si è rilassato e per la prima volta si è lasciato andare al sonno senza troppa resistenza . Mi son sentita tanto tanto felice..Grazie Monica e grazie alle mamme di Sos allattamento,siete una risorsa incredibile!!