mercoledì 30 aprile 2014

Giorgia era "progettata" naturalmente x nutrirsi dal seno della mamma...la storia di latte di Sara e della piccola Giorgia


La nostra magica avventura è iniziata il 17 dicembre 2013... erano le 9,05 quando dopo un travaglio indotto e 41 settimane di gestazione, la mia Giorgia finalmente faceva capolino! ci sono voluti alcuni secondi x far sì che si attaccasse al seno, nonostante i suoi 2,640 kg! era piccina si, ma aveva forza da vendere, in fondo era "progettata" naturalmente x nutrirsi dal seno della mamma come tutti! ci hanno dimesso e il suo peso era già in crescita dopo il calo fisiologico, magnifico! arrivate a casa abbiamo subito trovato il nostro ritmo, magari strano ma x questo era ancora più NOSTRO: di giorno tanto tempo al seno e la notte almeno 6 ore di sonno! ovviamente i primi giorni mi sono preoccupata " non vanno bene tante ore di sonno consecutive x un neonato" ma d'altro canto "non va bene svegliare un neonato che dorme" x fortuna avevamo il numero della nursery x poter sciogliere qualche dubbio! potevamo continuare a dormire, controllando però i pasti durante il giorno... al primo controllo dopo 15 giorni la piccola puffa era cresciuta di 660g... ai successivi controlli era sempre cresciuta bene... al che ho pensato "benissimo, ci siamo avviate bene, siamo a cavallo, non ci ferma più nessuno" e invece il problema era li in agguato!!! ai primi di aprile noto che Giorgia è sempre più veloce nei pasti, si distrae e non mi sembra essere aumentata di peso! aiuto, chiamo subito il pediatra che ci fissa un appuntamento! il verdetto è nefasto: è cresciuta 150g in 2 settimane e mi chiede se credo di avere latte poiché secondo lui evidentemente non ne ho! trattengo a fatica le lacrime e riesco a contrattare col dottore: tirerò il latte x controllare quanto mangia mia figlia e poi ci rivediamo x controllo! evviva, forse mi ha vista convinta, forse vede la bimba bella attiva o chissà ma riesco ad evitare l'aggiunta di latte artificiale che voleva darci! tornata a casa raccolgo la mia grinta x cercare di spiegare a mio marito, genitori e amiche perché desidererei evitare il latte artificiale essendo arrivate ai 4 mesi di Giorgia solo col mio latte; nel farlo mi chiedo se non sia un Po egoista da parte mia: non sarà solo x non sentirmi una madre inadatta??? un Po abbattuta, dubbiosa e in cerca di un consiglio scrivo sul gruppo di mamme in action! non mi danno consigli ma un nome: Monica Bielli! si rende subito disponibilissima così la chiamo e insieme cerchiamo di capire quale può essere il problema e quale può essere un piano d'azione! sono passati 18 giorni e oggi posso finalmente riscattare il mio seno e il mio latte: Giorgia è cresciuta 460g!!! ho voluto condividere con voi la nostra storia xkè potrebbe essere magari di aiuto a qualcuna! e ne approfitto x ringraziare infinitamente Monica Bielli di SOSALLATTAMENTO x il supporto! un bacione a tutte...

lunedì 28 aprile 2014

...ero diventata una madre. Non era più importante carriera, il Wyoming, il ranch, i viaggi. Il mio Wyoming è lui! E' Federico!!...LA STORIA DI LATTE DI GLORIA E FEDERICO


La mia vita è sempre stata: carriera e viaggi. Nel 2007 mi sono sposata, ma ciò non aveva cambiato il mio stile di vita, fatto di lavoro e viaggi in giro per il mondo. Poi un giorno, al ritorno da un periodo di tre mesi di lavoro negli U.S.A. con mio marito in un ranch in Wyoming, lui mi chiede: “me lo darai un figlio?”….. Mmmm, così al brucio gli rispondo: “certo!”, ma in realtà il mio pensiero era: “e ora che faccio?”……. “Ok”, mi dico, “niente panico, non rimarrò incinta al primo tentativo?....In fondo ho 35 anni, mica più 20?!?”. Ok, primo tentativo incinta. Biglietti aerei per il ranch, andati, troppa nausea e troppo rischioso e faticoso il tipo lavoro. Per i primi 6 mesi reagisco negativamente, sono a terra, i miei sogni, le mie aspettative di cambio di vita, i miei States, il mio Wyoming…… Poi la morfologica: lo vedo bene, li con quel faccino, le manine piccole, messo nella stessa posizione in cui sono messa io in quel momento sul lettino….. amore a prima vista! Lo sento, lo cerco, gli parlo tutti i giorni. Intanto inizia il corso pre-parto, ma su certe cose io sono ancora un po’ “donna in carriera” e mi dico: “Due anni di tetta!?!? Sono mica una mucca io! Ah no no…. Massimo i canonici 6 mesi e poi si torna al lavoro! In fondo io sono cresciuta a LA e mica sono poi tanto male no?!?”. Nel mio inconscio però qualcosa stava cambiando, mi informavo, mi documentavo, ma non lo ammettevo…. Poi arriva quella notte, tutto perfetto, rottura acque ed in 6 ore eccolo il mio splendido bambino, già attaccato al seno con ancora il cordone che pulsa. Nessun problema per il primo giorno, poi inizia il calvario. Federico non si attacca più, dorme, una fatica tremenda per attaccarlo, pochissimo aiuto, completamente abbandonata. Il clima non aiuta, nevica, fuori la temperatura è sotto zero, (gennaio 2012), l’ittero sale, mi dimettono comunque, un disastro! Arrivo a casa, cerco di consultarmi al telefono con amiche che ci sono passate, con l’ostetrica del corso pre-parto, ma niente, non ci riesco, Federico piange ed io esplodo. Nel mentre si insinua la depressione, l’insicurezza, ma io ancora non me ne rendo conto e reagisco: “ce la devo fare”, ok insisto, sarò più decisa, “si dai ce l’ho fatta” e via!!!! Federico si attacca, mangia con gusto, è tranquillo e io mi sento una divinità! Tutto procede a meraviglia! Arriva la visita di controllo dopo 3 giorni dalle dimissioni, vado decisa, tranquilla, sicura, io e il mio bambino siamo un successo, il peso è ok 150 grammi in tre giorni, poi arriva la batosta: bilirubina a 25! “Non va bene signora, il bambino va ricoverato, ma lei non può stare”….. “E io come faccio ad allattarlo?”, “Ah viene qua durante il giorno e se lei non c’è gli diamo l’artificale”…. Noooooo!!!!!! Non se ne parla nemmeno!!!!!! Ecco che scopro cosa avevo inconsciamente costruito in quei mesi: ero diventata una madre: Non era più importante carriera, il Wyoming, il ranch, i viaggi. Il mio Wyoming è lui! Sono decisa: non lo mollo, lui sta con me. Punto. Grazie ad un’amica infermiera nel reparto si trova la quadra, mi ricoverano con lui all’ospedale infantile…. Non mi dilungherò oltre, siamo stati ricoverati 4 notti e 4 giorni, ho versato tutte le lacrime che avevo in corpo e dentro di me si è insinuato il dubbio più grande…. Sono caduta in depressione, ho vissuto i primi 6 mesi di maternità nel peggiore dei modi, piena di dubbi, sempre a pormi domande: “sarà sufficiente il mio latte?”. Poi il giudizio e le opinioni altrui, “Ma piange ancora?!?”, “Ma ha ancora fame?!?”….. Ho tenuto duro comunque, Federico è cresciuto solo a latte materno. Poi ho incontrato le persone giuste, il pediatra giusto, e pian piano ho ripreso fiducia in me stessa. Ce l’ho fatta davvero. Conclusione: sono tornata al lavoro dopo 8 mesi e non 6. La carriera c’è ancora, ma prima di tutto viene Federico. I viaggi torneranno ad esserci, magari il trasferimento in Wyoming per adesso no, o magari non si farà più, ma il mio Wyoming è qui, ha 27 mesi, è alto circa 90 cm. e ancora oggi prende la tetta…… Ebbene si sono una “mucca” e ne vado fiera!

sabato 5 aprile 2014

IL CERCHIO DELLA VITA.... la storia di latte di Elena.


Sono passati quasi 8 mesi da quel giorno… il giorno in cui ho smesso di allattare Ginevra. La nostra storia è iniziata in un modo così burrascoso (http://sosallattamento.blogspot.fr/2012/10/la-storia-mia-di-ginevra-e.html) che ancora non mi capacito di essere riuscita ad allattare 15 mesi. Col rientro al lavoro ovviamente le poppate si erano diradate, ma la colazione e la pre-nanna erano irrinunciabili. Lo ammetto quella della sera era il nostro momento, quel momento solo nostro, di coccole e amore. Ginevra diventava grande, tanto grande, e in giro era difficile gestire l’allattamento, anche per i pregiudizi che ancora circolano. A giugno, età 1 anno, eravamo a Canelli per l’Assedio e l’ho allattata ogni volta che me l’ha chiesto. Una signora arricciò il naso e con un’aria di diniego se andò. Quando la sera, mentre imperversava la battaglia, cannoni, fucili ecc la piccola se la dormiva beata la stessa signora ripassò e mi disse “ma la bambina riesce a dormire?” “Eh le dissi io, poteri del seno”.. ovvio che non è così, ma la mia risposta la zittì e mi bastò! Mamme non permettete a nessuno di giudicarvi! Ritornai a lavorare sulle 8 ore, riducendo ulteriormente le poppate. Ma soprattutto Ginevra oramai era autonoma nell’addormentarsi anche senza. E questa fu la cosa che mi fece più male. Non solo, ma con mio grande stupore (dolore) scoprii che Marco era perfettamente in grado di accompagnarla fra le braccia di Morfeo, insomma io ero diventata superflua!!! Ginevra era cresciuta così in fretta. Era pronta a staccarsi dal mio seno. La mattina che le presentai il biberon di latte, lo prese e se lo bevve, come se non avesse fatto altro nei mesi precedenti. Io piansi. E quando, complice le calde serate estive che ci portavano ad uscire anche solo per un gelato, … quando mi resi conto che erano più le sere che si addormentava nel passeggino anziché al mio seno capii che era giunto il momento. Domenica 18 agosto, Sant’Elena – ironia della sorte, attaccai Ginevra al mio seno per l’ultima volta prima del riposino pomeridiano. La tenni vicino a me in un abbraccio che volevo mi rimanesse impresso per sempre. Dal giorno dopo e per tutta la vacanza Marco, il mio super papà, si occupò di metterla a letto. Lei non mi cercò più, non mi cercò il seno, nulla. E il mio corpo, consapevole si adeguò a questa nuova situazione, lentamente il latte cessò di esserci, piano piano, indolore, come era venuto così se ne andava. Forse davvero erano tutti pronti tranne me. No il nostro legame non si è rotto. Continuo a metterla a letto io, e quando appoggia la sua testa sulla mia spalla, stringendo le braccia intorno al collo, mi sento scoppiare il cuore dalla felicità, un figlio è per sempre, adesso ho imparato che cosa significa questa frase. Il nostro legame è al di là di un seno, è oltre al tenerla in braccio, il nostro legame è quella scarica elettrica che mi percorre la spina dorsale ogni volta che sento per casa la parola “mamma”, quel groppo in gola che mi assale quando piange perché magari è caduta o non riesce in un gioco, quel peso che mi rende difficile il girarmi e andare a lavorare quando la mattina mi saluta sorridente al nido. Stare insieme “oltre” all’allattamento è coricarsi per terra a colorare per l’ennesima volta Peppa o Minnie, è bere i suoi caffè e mangiare le sue torte in ginocchio vicino al tavolino con lei, è coricarsi sul divano e leggere un libro inventando perché lei gira le pagine troppo velocemente. Il nostro nuovo “noi” è fatto di GiroGiroTondo ripetuto n-mila volte in auto tornando verso casa, e Nella vecchia Fattoria solo per imitare tutti gli animali., è lei che mi passa le mollette mentre stendo il bucato, è lei che mi mette la farina nella ciotola per la torta, è lei che mi ricorda la pappa al gatto. Il nostro legame è qualcosa che il tempo potrà solo rafforzare. E io mi auguro, ci auguro di poter fra 10/15 anni tornare a scrivere di noi e magari Ginevra leggendo queste righe capire che sua mamma ha pianto più quando l’ha staccata dal seno che non per il dolore quando l’ha attaccata. E allora lei si chiederà “ma che cos’è questo legame madre-figlia?”… E’ il cerchio della vita figlia mia, e ti auguro un giorno di scoprirlo, con le stesse lacrime di felicità di tua mamma. Anche per questa fase devo ringraziare Monica che mi ha telefonicamente supportata nei miei momenti di crisi mistica (OhMioDddio mia figlia mai odiia e amenità simili), un GRAZIE gigantesco (e non sarà mai abbastanza) a mio marito Marco che nonostante tutto mi sopporta ancora, mi aiuta, mi spalleggia, insomma mi ama così come sono e un grazie alle mamme-supporter del gruppo SOSALLATTAMENTO perché condividere certi stati d’animo aiuta veramente tanto! Grazie…. e… speriamo presto di ricominciare! Elena