lunedì 15 dicembre 2014

Per nessun motivo al mondo avrei rinunciato ad allattare Aurora. E questo lei lo sa.... la storia di latte di mamma Alice e Aurora


Un telo verde davanti al viso, una radio accesa e un’infermiera dagli occhi chiari che mi tiene la mano. E poi il musetto rotondo e assonnato di mia figlia. Questi i ricordi di quel martedì 30 luglio 2013, il giorno in cui è nata la mia Aurora. Mentre ero in sala operatoria, pensavo alle parole del ginecologo: “Signora, sembra che la bambina non cresca più… conviene farla nascere…” e pregavo solo che stesse bene. Per fortuna le mie preghiere sono state ascoltate: Aurora era in ottima salute, solo un po’ più leggera di molti altri bimbi, con i suoi 2,530 kg. Subito dopo il cesareo sono stata trasportata in una saletta post operatoria, e ho visto Aurora tra le braccia di Luca, il suo papà, che la guardava con gli occhi lucidi. Lei dormiva beata, ma come Luca l’ha messa sul mio petto si è svegliata e mi ha guardato… e lì ci siamo incontrate, mamma e figlia, pronte a prenderci cura l’una dell’altra, ad affrontare insieme un importante cammino di conoscenza, scambio, consapevolezza e amore. Aurora ha subito cercato il seno. Io, ancora provata dall’operazione, emozionata e timorosa di sbagliare, cercavo di aiutarla. Ho notato immediatamente una certa difficoltà di mia figlia ad attaccarsi: essendo piccina era più debole e spesso, dopo poco, si addormentava, oppure si arrabbiava perché non usciva latte ma solo poche gocce di colostro. La montata lattea è arrivata nella notte tra giovedì e venerdì. Ricordo come se fosse ora la sensazione di calore e la tensione al seno. Pensavo che con l’arrivo del latte “vero” i problemi dei primi due giorni si sarebbero risolti in un attimo. Mi sbagliavo. Aurora si attaccava raramente e dopo pochi minuti dormiva o piangeva disperata. In ospedale mi sentivo come in ostaggio: tutti a dirmi cosa dovevo o non dovevo fare, mille pareri discordanti, mille prove per fare mangiare la mia piccina. Mi dicevano di tenerla sveglia, di provare a farla attaccare anche quando lei non ne voleva sapere… mi facevano tirare il latte per poi darglielo nel biberon o con la siringa. Ero stanchissima e sotto pressione, passavo le giornate a piangere. Aurora non cresceva, con il calo era arrivata a 2,350 kg, e io temevo per la sua salute. Ogni mattina uno strazio, la pediatra la visitava al nido e il responso era sempre lo stesso: “la bambina non cresce”. E la colpa era mia. Mi sentivo, in realtà, doppiamente in colpa: la sua crescita si era arrestata nella pancia e ora che era nata non ero in grado di nutrirla come avrei voluto. Siamo rimaste in ospedale una settimana, una lunghissima settimana. Poi, finalmente, il 5 agosto siamo state dimesse. Aurora aveva preso poche decine di grammi, ma il pediatra aveva deciso di farci andare a casa. In realtà era ciò di cui avevamo bisogno. Di serenità. Di stare insieme a casa nostra e prenderci il nostro tempo. Perché io volevo con tutta me stessa allattare mia figlia, e sapevo che ci sarei riuscita! Il mese di agosto è stato durissimo. Per fare mangiare Aurora tiravo il latte almeno 3 volte al giorno e le davo l’aggiunta dopo la poppata al seno. A ripensarci ora mi sembra di aver vissuto con il tiralatte in mano, giorno e notte. Per fortuna avevo l’aiuto di Luca, che non si è risparmiato. E anche il supporto di Monica e delle mamme del gruppo Sos Allattamento… i preziosi consigli mi hanno aiutata ad avere coraggio e anche più fiducia nel mio istinto di mamma… un istinto innato che difficilmente sbaglia! Così, dopo poche settimane, abbiamo gradatamente eliminato le aggiunte e Aurora ha iniziato a mangiare solo ed esclusivamente al seno. Pian piano, giorno dopo giorno, tra le mie braccia, è cresciuta. In barba a chi pensava che non ce l’avremmo fatta vista la fatica iniziale; in barba a chi mi diceva “Ma lascia perdere! Per fare questa fatica, dalle il latte artificiale!”; in barba anche a chi, prima che nascesse, mi diceva che non sarei riuscita ad allattarla a causa delle dimensioni del mio seno non proprio da maggiorata! Vederla e sentirla attaccata a me è ancora e rimarrà sempre una delle sensazioni più belle al mondo. Nulla è così appagante, nessun momento così pieno d’amore. L’allattamento mi ha insegnato molto: a non mollare davanti alle difficoltà, a credere di più in me, ad essere più paziente. Per nessun motivo al mondo avrei rinunciato ad allattare Aurora. E questo lei lo sa. E infatti, ogni mattina e ogni sera, mi tocca con le sue manine e tutta contenta dice mi dice: “titta”!!!

mercoledì 10 dicembre 2014

Amore quindi è la parola che per me più si addice all’allattamento....riflessioni di mamma Claudia.


Qualche giorno fa Monica chiedeva sul gruppo facebook SOS ALLATTAMENTO di scrivere un’unica parola che rappresentasse per noi l’allattamento, io ho dato forse la risposta più scontata ovvero amore. A ben pensarci però, la parola amore è si scontata pensando all’allattamento però è quella che per me racchiude davvero tutti i sentimenti ad esso legati, in maniera reciproca da parte di mamma e bimbo. Questo pensiero scontato mi gira per la testa in questi giorni in cui, coi miei bimbi di quasi 6 e quasi 3 anni inizio ad essere un po’ in conflitto per la loro voglia di indipendenza e le loro prime ribellioni. Proprio oggi mio figlio grande mi ha detto: sei cattiva, cosa che mai aveva fatto prima ed io, forse complice il meteo infausto che porta malinconia, anziché rabbia ho provato smarrimento, nostalgia, tristezza. Per carità, è normale nell’educazione che un bambino di quasi sei anni si ribelli alle poche regole imposte , ma la nostalgia è legata a quei momenti idilliaci che passavamo insieme quando lui si abbandonava completamente a me e cercava nutrimento e coccole, mai un capriccio, solo voglia di contatto e sguardo perso nel vuoto con gli occhietti azzurri che mi fissavano pensando che io fossi il centro del mondo. Invece lui ora ha chiamato cattiva il centro del suo mondo, forse si è reso conto che invece il mondo è molto più vasto, che lui ha grandi potenzialità e che io, in qualità di genitore, protezione, amore incondizionato, rappresento anche in parte ostacoli e regole. La cosa mi ha un po’ turbato anche perché infondo la reputo giusta e perché mi vengono in mente i primi dissidi coi miei genitori emersi più o meno intorno a quegli anni se non prima, di cui però non ricordo. Capitolo seconda figlia; tre anni il 19 gennaio, spirito libero, disordinata, autoritaria, selvaggia, indipendente. L’altro giorno eravamo nei bagni dei bambini di un parco coperto, lei doveva fare il suo bisogno solido e ha voluto stare sola in bagno chiamandomi quando aveva finito. C’erano madri che mi guardavano stranite perché sto scriciolo di manco un metro mi gridava di stare fuori perché doveva fare da sola. Ecco, in virtù di questo “caratteraccio” levarle il seno è stato più che un normale processo di crescita, una vera battaglia psicologica fra lei, suo padre e me, perché la ragazza, nonostante tutta la sua voglia di solitudine, alla tetta proprio non voleva rinunciare e fino a 29 mesi abbiamo lottato strenuamente. Mi fermo un attimo, io sarei pure andata avanti ma, Davide è del 2009 e ha ciucciato fino a novembre 2011, quando io incinta di 30 settimane ho voluto smettere lui si è rassegnato senza troppi drammi, due mesi dopo è nata Viola che ho allattato fino a luglio 2014. Quindi, con una pausa di due mesi, ho prodotto il latte di una multinazionale di settore. Lei ancora oggi non ha del tutto accettato la scelta mia, con la finezza e la prepotenza che la contraddistingue mi saliva in braccio e si serviva da sola, potevamo essere ovunque anche in fila al supermercato. Nei momenti nostri di tenerezza (ebbene si, questa dispotica bimba è comunque una gran coccolona) lei si tira fuori il seno destro, da un bacino e ci si appoggia sopra e il cuore mio si gonfia facendomi desiderare di fermare il tempo. Mi vengono quindi in mente tutte le fatiche legate a questi cinque anni di allattamento ma subito questi pensieri sono prepotentemente rimpiazzati da nostalgia dei miei frugolini piccoli, quando io ero il loro centro dell’universo e quando volevano unicamente stare attaccati a me. Amore quindi è la parola che per me più si addice all’allattamento, perché per me ha significato questo, uno scambio continuo che rimarrà per sempre impresso nella mia mente e credo pure a loro. Avendo quindi avuto questa fortuna immensa, di quando erano piccini è la cosa che mi manca più di tutte le altre.

venerdì 5 dicembre 2014

...ho continuato, ascoltando il mio istinto e il mio bambino ... LA STORIA DI LATTE DI SILVIA E GIOELE..


La nostra storia inizia alle 3.04 del 28/11/2013 quando dopo un faticosissimo e lunghissimo Travaglio nasce Gioele con parto cesareo d'urgenza per battito cardiaco alterato. Di quella lunghissima notte ho dei ricordi un po' offuscati dalla fatica, ma quello che ricordo benissimo è il momento in cui mi dicono che i battiti del cuore di Gioele stanno calando e che lui è in sofferenza, devono intervenire subito, lui è incastrato e non scende, nonostante io spingessi con tutte le mie forze, cercano di mettermi la ventosa intanto che l'equipe sta preparando la sala operatoria, io piango e Dario il mio compagno è stravolto accanto a me ma cerca di farmi forza. Mi confesserà dopo di aver temuto per la nostra vita. La ventosa non riescono ad inserirla ed io vengo trasportata in sala operatoria, da lì a poco vedrò il mio bambino! Ero sdraiata su quel lettino, quasi in croce, perché le braccia sono praticamente bloccate dalle flebo, finalmente l'anestesia aveva fatto effetto e i dolori atroci che avevo fino a qualche secondo prima erano cessati, l'infermiera mi rassicurava e mi diceva che sarebbe andato tutto bene. Sento tirare e strattonare e penso che il mio bimbo è lì che sta nascendo, dovrei sentirlo piangere, ma non sento niente e cerco di tranquillizzarmi, al corso preparto ci hanno spiegato che non piangono subito i neonati, ma sono in ansia e chiedo al l'infermiera che mi dice che è nato e lo stanno visitando, un vitellino di 3.920gr per 55cm! Poi sento il suono più dolce del mondo, la sua "vocina" che urla! Gioele ha sofferto un po' il parto e devono tenerlo nella notte nella culletta termica perché fa freddo, me lo fanno vedere un secondo, gli do un bacio e me lo portano via. Non dimenticherò mai quel visino contratto e tutto rosso, era arrabbiato, povero piccolo. Verso le nove del mattino finalmente me lo portano in camera e l'infermiera mi chiede se volevo provare ad attaccarlo, mi dice che avendo i punti del cesareo probabilmente mi avrebbe fatto male, ma io in quel momento non sentivo niente, la fatica del travaglio e della notte appena passata erano svaniti, ero già seduta sulla sedia nonostante i punti e il catetere e aspettavo solo lui. Me lo mette in braccio e lui come sente la tetta ci si avventa sopra famelico e inizia a ciucciare, come se non avesse fatto altro nella vita, ci sono rimasta male, non credevo avessero un istinto così forte. Io rimango lì a guardarlo, le sue manine, il suo visino, era perfetto, una meraviglia. Gioele aveva una fame nera, i giorni in ospedale sono stati durissimi, lui piangeva sempre ed io cercavo di attaccarlo il più possibile nonostante i dolori ai capezzoli dei primi giorni, stringevo i denti quando si attaccava e pensavo ma se fa così male come faccio. Il secondo giorno arriva un'infermiera della nido e verifica se si attacca bene, lui ciucciava bene e mi controlla il seno, mi dice che è caldo e che ho un bel capezzolo di portare pazienza che il latte sarebbe arrivato e di tenere le tette al vento che così non mi sarebbero venute le ragadi, è così è stato. È stata durissima vederlo così disperato, lui ciucciava e ciucciava e poi si arrabbiava perché non usciva niente e mi tirava le testate. verso il terzo giorno i parenti cominciavano a consigliarmi velatamente di chiedere di dargli il latte artificiale, poverino dicevano sembra un uccellino, se non ti arriva il latte come fai, lui deve mangiare, ma io sono una testona e sono andata avanti così, è arrivato quasi al limite del calo fisiologico, ma finalmente verso la sera del quarto giorno mi accorgo intanto che ciuccia che le sue labbra che erano sempre secche iniziano ad essere umide e penso, sta arrivando ed è arrivato finalmente il latte! Il giorno dopo ci dimettono, finalmente arriviamo a casa e la stanchezza mi è arrivata addosso tutta insieme, come un treno. A casa i nonni che ci accolgono e festeggiano ed io seduta sul divano con lui in braccio che ciuccia, desideravo solo stare sola con il mio bimbo ed il suo papà nessun'altro attorno e invece tutti lì a guardarmi, mi sentivo sul tavolo dell'inquisizione! I primi giorni a casa sono stati faticosissimi, i nonni sempre tra i piedi a cercare di "aiutarmi" ed io non riuscivo a rilassarmi con il mio bambino. Fortunatamente il mio compagno capisce la situazione e dice a tutti di stare a casa loro per un po' perché abbiamo bisogno di stare soli, lui mi aiuta in casa, fa tutto lui ed io devo solo pensare a Gioele. È così prendiamo il nostro ritmo ci conosciamo, Gioele cresce benissimo, quasi un kilo al mese solo del mio latte, è un orgoglio quando alle visite la pediatra mi dice che ha una crescita perfetta e armoniosa, di continuare così! È così ho continuato, ascoltando il mio istinto e il mio bambino che sapeva benissimo cosa doveva fare, fregandomene quando mi dicevano che ciucciava troppo che mangiava sempre e che sarebbe stata dura fargli mangiare altro perché era troppo attaccato alla tetta. Invece Gioele che ora ha un anno mangia con gusto di tutto e adora ancora la sua tetina. Il mio bimbo mi ha insegnato tanto, ad aspettare che i tempi siano maturi a non giudicare le altre mamme, perché ognuna fa sempre il meglio per il suo bimbo ed è facile da fuori dire io farei diversamente, ma quando ti trovi con tuo figlio urlante, stanca da mesi di notti insonni a volte cerchi la via per sopravvivere e sopratutto mi ha insegnato a cercare sempre di essere serena perché loro vivono per un nostro sorriso. È questa è la fine della mia storia ma non del mio allattamento, andrò avanti fino a quando io e Gioele ne avremo voglia!

mercoledì 26 novembre 2014

Poi finalmente arrivò in camera tra le mie braccia.... la storia di latte di Sara e Edo.


Edoardo e' nato l'8/06/2013 prematuro a 34+4 settimane e pesava 2480kg...e questo ha fatto si che parte di quello che mi avevano raccontato al corso pre parto e avevo letto sull'allattamento era andato a farsi benedire. Lui non era in camera con me fin dal primo momento ma doveva stare in neonatologia con gli altri piccoli bimbi nati prematuri.. Ma per fortuna all'ospedale di Asti dov' e' nato mi dissero da subito: "Sig.ra quando vuole venga di la e provi a tirarsi il colostro per far arrivare la montata lattea che lo diamo al piccolo".. È così mi ritrovai i primi giorni a vedere la mia compagna di stanza dormire la notte col suo bimbo al seno ed io con le altre mamme coi tiralatte ad avere delle ventose rumorose attaccate al seno e a mettermi la sveglia anche la notte per andare dalle puerpere a tirarlo e portarlo in neonatologia per darne il più possibile a Edo!
che piccolo com' era faceva fatica ad attaccarsi e quando ci riusciva si addormentava, da lì l' iniziale paura che non crescesse, ma poi l' illuminazione della puerpera di farmi usare il paracapezzolo in silicone e Edo si trovò subito a suo agio tante' che uscimmo dall' ospedale dopo una settimana e aveva perso 30gr! E così comincio' il tanto atteso, sperato, faticoso ed estenuante allattamento a richiesta.. Edo arrivava a starmi attaccato anche 16/18 ore al giorno tra poppate e pisolini, siamo stati attaccati in bagno, a tavola, in macchina, nei negozi e non nego l' imbarazzo iniziale, ma lui cresceva sempre costantemente e tanto! Ebbene si era sempre attaccato e qualcuno me lo faceva pesare, mi faceva pesare l' amore che provavo nel tenerlo sul mio petto per proteggerlo da quel mio senso di inadeguatezza per non averlo protetto e sfamato dentro di me fino al nono mese. Perché alla fine da mamma di colpe te ne dai sempre, sia che lo attaccherai tutto il giorno, sia se ti sentirai troppo stanca da dover ricorrere all'aiuto dell'aggiunta ma solo tu sai che stai facendo tutto il meglio per lui/lei! Tutto il resto delle chiacchiere non conta! E così da scettica dell' allattamento prolungato siamo qui a 18 mesi a volerla come coccola o la notte, d altronde Edo non ha mai voluto ne biberon ne ciuccio e noi siamo sereni così, anche se capita che la notte dia una ciucciatina e poi si giri nel letto e abbracci il suo babbo! Dovrò sentirmi usata...ahahah.. No solo tanto felice! Ps grazie davvero in questi mesi ai consigli di Monica (anche a distanza) e delle altre mamme del gruppo sos allattamento!

lunedì 24 novembre 2014

..io, te e la tetta... la storia di Sara e della piccola Greta.


Greta è nata il 9 luglio 2014, con 9 giorni di ritardo. Dopo il parto ho subito provato ad attaccarlo ma il mio capezzolo non usciva e lei piangeva disperata. Io,già nel panico chiesi all'ostetrica se era normale e lei mi disse di si, di stimolarlo e di stare serena. Il giorno dopo il parto lei inizia ad attaccarsi ma lo fa talmente tanto forte che mi fa venire le ragadi.... e li iniziano i pianti miei. La seconda notte Greta urlava senza sosta, io piangevo disperata con lei perchè capivo che aveva fame ma non avevo latte o comunque troppo poco per sfamarla. Dopo aver chiamato 6 volte le puericultrici, mi mandarono un'ostetrica e lei fu la mia salvezza. Mi spiegó che se ero agitata io, la bambina lo sentiva e non si tranquillazzava; mi disse di stare serena che il latte sarebbe arrivato ma io dovevo stare tranquilla. E cosí feci. Greta si tranquillizzó dopo alcune ore e, dal giorno dopo, fu piú serena e voleva la tetta anche ogni mezzora. Arrivata a casa, molti parenti, come sentivano la bambina piangere dicevano "vedi, piange perchè non hai il latte" e il mio compagno, quando mi vedeva piangere per il male portato dalle ragadi, mi diceva di mollare perchè non potevo fare una vita cosî. Io invece niente, fazzoletto per le lacrime e sulla bocca per evitare di insultare tutti, continuai e cosí ad oggi, dopo quasi 5 mesi, la allatto io... non nego che ogni tanto le do l'aggiunta di notte, ma sono contenta cosí. Sono contenta di non aver mollato per colpa degli altri. L'allattamento è un momento stupendo: di coccole, amore e riposo. Grazie a Monica che mi ha sostenuta appena arrivata a casa, mi ha dato utili consigli e mi ha rassicurata.

mercoledì 24 settembre 2014

FLASHMOB NAZIONALE ALLATTAMENTO - ALESSANDRIA


Sabato 4 ottobre in corso Roma sulla piazzetta antistante a San Giovannino ad Alessandria alle ore 10,30, in contemporanea a moltissime altre città italiane, mamme, papà, e chiunque creda nella finalità della manifestazione, si incontreranno per sottolineare la necessità di una cultura che favorisca l’allattamento e quindi sostenga le famiglie che optano per questa scelta. Flash Mob è un termine che sta a indicare un assembramento spontaneo di persone che compiono un gesto insolito, in questo caso un allattamento e una coreografia, che catalizzerà l’attenzione dei passanti. Un filmato con i semplicissimi passi di danza che ci divertiremo a ballare insieme è stato pubblicato sulla pagina Facebook del gruppo SOS ALLATTAMENTO .
Durante il flash mob di sabato 4 ottobre le organizzatrici allestiranno anche un punto d’ascolto in cui sarà disponibile materiale inerente l’iniziativa e si potrà ricevere, in caso di problemi, domande o dubbi sull’allattamento, una consulenza alla pari fornita da mamme con notevole esperienza nell’allattamento e supportate da Monica Bielli. Il Flash Mob è un'iniziativa che vuole sostenere l'allattamento al seno contribuendo a rendere un gesto così "naturale" ad essere realmente naturale. Come associazione impegnata nel campo dell’allattamento riteniamo importante dare il nostro contributo affinché l’allattamento, anche in pubblico, torni ad essere la norma nella nostra società. Una società che spesso mette volgarmente in mostra il seno ma al contempo si vergogna di vedere allattare un bambino. L’allattamento non ha quindi bisogno solo di essere promosso o sostenuto nelle strutture sanitarie, ma le madri e i bambini che lo praticano hanno bisogno di un contesto favorevole, di una cultura amica dell’allattamento che non sia solo dispensatrice di sentenze e occhiatacce.

martedì 9 settembre 2014

4 ottobre 2014 flashmob sos allattamento ad Alessandria!


ALLATTAMENTO: OBBIETTIVO VINCENTE PER TUTTA LA VITA Il tema della settimana dell'allattamento al seno (SAM) di quest'anno afferma l’importanza di aumentare e rafforzare la protezione, promozione e sostegno dell’allattamento. In Italia si organizzano una serie di eventi tra cui un Flash Mob Nazionale in contemporanea in tutta Italia il 4 ottobre alle 10.30. SOS ALLATTAMENTO aderisce a questa iniziativa con un Flash Mob Allattamento ad Alessandria. Un'iniziativa che vuole difendere l'allattamento contribuendo a rendere questo gesto così "normale", normale per davvero! Cioè una pratica da inserire in tutti gli aspetti della nostra quotidianità, con facilità, senza timori di sguardi, commenti, consigli fantasiosi e fastidiosi, nel rispetto delle scelte di ciascuna madre, bambino, famiglia. PRESTO DETTAGLI! per ora appuntate sul calendario che quel giorno ci si trova probabilmente in via Roma ( ma devo avere i dettagli dal comune). Chi vorrà potrà fare la coreografia che ci sta preparando l'insegnante di danza (e che verrà messa qui con un video perchè tutte la possano imparare da casa).Chi non vuole danzare può comunque partecipare e tenere il tempo con le mani! L'importante è essere tante e visibili ! creare una cultura dell'allattamento! ORGANIZZAZIONE: Monica Bielli consulente professionale in allattamento IBCLC- SOS ALLATTAMENTO info 3272027093 in collaborazione con CDT Contemporarydancetheater

giovedì 8 maggio 2014

...a lei bastavo io, lei voleva solo me, e sapeva che ce l'avremmo fatta. LA STORIA DI LATTE DI LUISELLA E DELLA PICCOLA LETIZIA


Letizia nasce alle 22:11 del 26 luglio 2013. Nulla va come avevo immaginato... pressione alta e dopo tre giorni di ricovero la ginecologa decide di fare un cesareo d'urgenza... nasce così la mia piccola di 2,370 kg. Il mio post-parto non è dei più felici a causa della sindrome di Hellp e di varie complicazioni post intervento, ma dopo quattro giorni finalmente sono di nuovo in piedi e posso cominciare ad allattare. L'inizio non è dei più semplici, io ho il seno duro e strapieno, Leti fa fatica, tira poco e siamo bersagliate da mille pareri diversi su cosa e come fare, tiro il latte e l'attacco, ma sembra che cresca solo con l'aggiunta di artificiale che divora in pochi secondi. Io purtroppo sono demoralizzata e sfinita dall'ospedale e dalla mancanza di pace e tranquillità che un momento così speciale richiederebbe e non riesco a capire cosa fare. Dopo ben undici giorni trascorsi in ospedale finalmente torniamo a casa... io non sto ancora benissimo, e sono completamente impreparata all'allattamento da sola. Leti è un esserino piccolo che vuole stare attaccata ore ed ore, notti e giorni interminabili...la prima sera che arrivo a casa mio marito mi aiuta e mi incoraggia, mi dice di attaccarla e di non essere triste: quella è la nostra prima vera poppata, la prima di moltissime altre. Non è stato semplice, ma grazie al sostegno di mio marito Luca e ai preziosi consigli di un'ostetrica conosciuta in ospedale riusciamo ad andare avanti con l'allattamento senza bisogno di aggiunte... Nonostante tutto e tutti ce l'abbiamo fatta e andiamo avanti tuttora. Letizia è cresciuta solo con latte materno fino a 5 mesi. Mia figlia mi ha insegnato tanto, anzi tantissimo: a lei bastavo io, lei voleva solo me, e sapeva che ce l'avremmo fatta fin dall'inizio: mi ha insegnato ad avere fiducia in me stessa e in noi. Mi spiace non averlo capito subito ed essermi fatta trascinare nelle parole di chi mi diceva di darle l'artificiale, che lei era troppo piccola, che era come una bimba prematura, che non ero stata a riposo in gravidanza e per quello era nata piccina e non doveva stare attaccata così tanto... dovevo godermi fin dall'inizio la meravigliosa gioia che lei mi ha portato. L'allattamento è un momento speciale, non è solo nutrimento, anzi, è calore, protezione, è un mondo di emozioni che ho condiviso con mia figlia, è una coccola, è un gesto d'amore incondizionato, è il naturale proseguimento del rapporto mamma-figlio dopo la nascita, è pura vita. Sono felice di aver allattato, soprattutto visto le complicate premesse iniziali, e auguro a tutte le future mamme di allattare e di vivere con il proprio piccolo la stessa esperienza ricca di gioia, complicità e unione uniche che Letizia mi ha regalato. Mai avrei immaginato di sentirmi appagata e soddisfatta come quando lei è attaccata a me.

lunedì 5 maggio 2014

Ogni ciucciata, ogni ruttino, ogni rigurgito, ogni addormentamento mi mancherà... LA STORIA DI LATTE DI LAURA E DEI SUOI 4 BIMBI ALLATTATI


La mia avventura comincia 6 anni fa… Durante il corso pre-parto prima della nascita di Benedetta ho imparato tutto sull’allattamento. Dopo la nascita Benedetta si attacca bene ma è molto pigra e si addormenta mentre poppa. Al primo controllo dei 15 giorni sono andata da un pediatra ”privato”, nonostante avessi un pediatra ottimo della mutua. Questo lume della pediatra mi disse che 120 g nella seconda settimana erano pochi, di andare avanti ancora una settimana e poi di ripesarla. La settimana successiva aveva preso 130 g, troppo pochi per lui che suggeriva di iniziare con l’aggiunta. Per il mio pediatra della mutua andava benissimo. Ho cominciato a tirarmi il latte per farla crescere un po’ di più e la settimana successiva….250 g! A 40 giorni ho messo via il tiralatte perché Benedetta era diventata bravissima al seno! A 3 mesi una tremenda mastite: 40 di febbre, antibiotici, impacchi caldi, tiralatte e bambina non riuscivano a tirare fuori nulla ed il seno era una pietra, gonfio e durissimo. Stavo malissimo, ginecologo, medico della mutua e pediatra alla fine mi suggeriscono di fare andare via il latte, visto che tutto ciò che avevo fatto non servivano a nulla! E qui….entra in gioco Monica Bielli: una sola telefonata e in 10 minuto risolto tutto!!!!!!!!! Grazie Monica! L’allattamento prosegue magnificamente fino a 15 mesi quando mi rendo conto che lei non cercava più la tetta ma gliela davo per “me”: così ho deciso di interrompere ed è stato semplice e naturale! 2 anni dopo mi ritrovo incinta di due gemelli: mi informo sull’allattamento gemellare e scopro che è possibile anche se complicato. Ma io amo le sfide! A Voghera dopo il parto a 34 settimane le difficoltà sono state tante: Irene era piccolina, si attaccava benissimo ma si addormentava dopo 15-20 grammi e non si svegliava più per 3 ore. Non prendeva peso così al nido ho cominciato a tirare latte a manetta per darle il biberon. Mattia è stato trasferito in terapia intensiva, lontano da me così gli mandavo tutti i giorni il latte che tiravo in ospedale ma fino alle dimissioni mie non ho potuto fargli visita. Benedetta, la prima era ricoverata in Alessandria per gastroenterite acuta da rotavirus e adenovirus. Lo stress ha fatto sì che la mia montata lattea arrivasse solo in ottava giornata e la cosa mi ha creato molta depressione in quei giorni. Ero sola perché mio marito ovviamente si è preso il rotavirus, mia mamma era all’ospedale con Benedetta e io ero sola con il tiralatte in ospedale e con Irene che non voleva mangiare. Dopo 10 giorni Mattia è stato dimesso da Pavia e portato a Voghera in attesa delle dimissioni di Irene. Finalmente ho potuto attaccare anche lui al seno anche se era pigrissimo e ciucciava poco. Ma al nido di Voghera ho trovato personale eccellente, mi hanno insegnato ad attaccarli insieme utilizzando il cuscino allattamento e grazie a loro ho trovato un equilibrio. Li attaccavo e, quando cominciavano a rallentare e ad addormentarsi, li staccavo e davo loro il biberon con latte tirato. Finito tutta questa routine tiravo il latte da dare in aggiunta al pasto successivo. Un traffico senza fine ma era l’unico modo per fare crescere i due prematuri senza latte artificiale…. Sembravo una pazza, avevo sempre i seni fuori o attaccati a loro o al tiralatte. Non avevo mai sosta! Così è stato per 3 mesi, poi hanno cominciato a mangiare meglio anche se sono sempre stati lenti. A 3 mesi Mattia faceva solo 3 poppate al giorno ma prendeva 300 g di latte a poppata!!!! E io sembravo una mucca! Pian pianino abbiamo eliminato il biberon per Irene mentre Mattia necessitava sempre di un’aggiunta: con lo svezzamento le cose sono ulteriormente migliorate perché dopo la loro pappa io avevo il seno pieno e lo tiravo per eventuali aggiunte. Così siamo andati avanti fino a 10 mesi: a quel punto Mattia ha rifiutato il seno e non c’è stato più verso di darglielo così per lui sono passata al latte artificiale perché non riuscivo più a tirarne tanto da sostituire completamente la poppata. E poi ero stanca e odiavo il tiralatte. A 13 mesi anche Irene non ha più voluto la tetta. Così è terminata la mia esperienza di allattamento gemellare. Ero sfinita, un anno passato ad allattare i gemelli insieme per 1 ora, poi a dare il biberon, poi a tirare il latte in tutti i momenti liberi. In mezzo ho avuto due volte la mastite ma grazie all’esperienza precedente tutto si è risolto. Mi è rimasta la soddisfazione di averli allattati, di aver dato loro il mio latte per un anno anche se con tanta fatica. Ma tutta questa “procedura” mi ha un po’ tolto la magia di quei momenti: l’intimità era sostituita dalla preoccupazione e dalla stanchezza. Poi è arrivato Pietro: gravidanza del tutto inaspettata, una vera e propria sorpresa e subito la cosa non mi ha riempito di gioia. Ma poi il pensiero di un altro piccolino fra le mani, attaccato al seno mi ha fatto sorridere e ho cominciato ad amarlo come gli altri, se non di più! Quando è nato si è attaccato subito e ho pianto! Sembrava avesse ciucciato da tutta la vita, era bravissimo. Si è attaccato subito alla perfezione e con voracità:il migliore dei 4! E io mi sentivo “esperta”. Dopo le dimissioni al primo controllo Pietro cresceva benissimo, poi infezione da mughetto, ragadi (mai avute prima) ma Monica Bielli prontamente ha risolto il problema! Avrei allattato anche fra mille dolori ma grazie a Monica sto allattando serenamente senza alcun dolore! Grazie di nuovo! Se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Ora Pietro ha 2 mesi e questo mese ha preso 1150 g, un vero toro. Mangia benissimo e mi sto godendo questo allattamento alla grande perché sono consapevole che sarà l’ultimo della mia vita. Ogni ciucciata, ogni ruttino, ogni rigurgito, ogni addormentamento mi mancherà. In certi momenti c’è una dolcezza infinita e io provo già nostalgia per quando ciò non ci sarà più. Cerco di godermi ogni istante, di imprimerlo bene nella memoria perché la dolcezza di questi momenti mi accompagni per tutta la vita. L’essere tutto per una persona e sapere che lui non ha bisogno di altri che della sua mamma mi riempie di gioia: la totale dipendenza da me crea nuovamente, per la quarta volta, un legame unico e indissolubile! Grazie a tutte le persone che mi hanno sostenuto, al mio pediatra che mi ha lasciato libera di decidere, a mia mamma che ha sempre fatto di tutto perché potessi allattare liberamente e a Monica Bielli per aver permesso per 2 volte che questo sogno non si interrompesse. Se potessi decidere ora allatterei Pietro fino al suo matrimonio!!!!!

mercoledì 30 aprile 2014

Giorgia era "progettata" naturalmente x nutrirsi dal seno della mamma...la storia di latte di Sara e della piccola Giorgia


La nostra magica avventura è iniziata il 17 dicembre 2013... erano le 9,05 quando dopo un travaglio indotto e 41 settimane di gestazione, la mia Giorgia finalmente faceva capolino! ci sono voluti alcuni secondi x far sì che si attaccasse al seno, nonostante i suoi 2,640 kg! era piccina si, ma aveva forza da vendere, in fondo era "progettata" naturalmente x nutrirsi dal seno della mamma come tutti! ci hanno dimesso e il suo peso era già in crescita dopo il calo fisiologico, magnifico! arrivate a casa abbiamo subito trovato il nostro ritmo, magari strano ma x questo era ancora più NOSTRO: di giorno tanto tempo al seno e la notte almeno 6 ore di sonno! ovviamente i primi giorni mi sono preoccupata " non vanno bene tante ore di sonno consecutive x un neonato" ma d'altro canto "non va bene svegliare un neonato che dorme" x fortuna avevamo il numero della nursery x poter sciogliere qualche dubbio! potevamo continuare a dormire, controllando però i pasti durante il giorno... al primo controllo dopo 15 giorni la piccola puffa era cresciuta di 660g... ai successivi controlli era sempre cresciuta bene... al che ho pensato "benissimo, ci siamo avviate bene, siamo a cavallo, non ci ferma più nessuno" e invece il problema era li in agguato!!! ai primi di aprile noto che Giorgia è sempre più veloce nei pasti, si distrae e non mi sembra essere aumentata di peso! aiuto, chiamo subito il pediatra che ci fissa un appuntamento! il verdetto è nefasto: è cresciuta 150g in 2 settimane e mi chiede se credo di avere latte poiché secondo lui evidentemente non ne ho! trattengo a fatica le lacrime e riesco a contrattare col dottore: tirerò il latte x controllare quanto mangia mia figlia e poi ci rivediamo x controllo! evviva, forse mi ha vista convinta, forse vede la bimba bella attiva o chissà ma riesco ad evitare l'aggiunta di latte artificiale che voleva darci! tornata a casa raccolgo la mia grinta x cercare di spiegare a mio marito, genitori e amiche perché desidererei evitare il latte artificiale essendo arrivate ai 4 mesi di Giorgia solo col mio latte; nel farlo mi chiedo se non sia un Po egoista da parte mia: non sarà solo x non sentirmi una madre inadatta??? un Po abbattuta, dubbiosa e in cerca di un consiglio scrivo sul gruppo di mamme in action! non mi danno consigli ma un nome: Monica Bielli! si rende subito disponibilissima così la chiamo e insieme cerchiamo di capire quale può essere il problema e quale può essere un piano d'azione! sono passati 18 giorni e oggi posso finalmente riscattare il mio seno e il mio latte: Giorgia è cresciuta 460g!!! ho voluto condividere con voi la nostra storia xkè potrebbe essere magari di aiuto a qualcuna! e ne approfitto x ringraziare infinitamente Monica Bielli di SOSALLATTAMENTO x il supporto! un bacione a tutte...

lunedì 28 aprile 2014

...ero diventata una madre. Non era più importante carriera, il Wyoming, il ranch, i viaggi. Il mio Wyoming è lui! E' Federico!!...LA STORIA DI LATTE DI GLORIA E FEDERICO


La mia vita è sempre stata: carriera e viaggi. Nel 2007 mi sono sposata, ma ciò non aveva cambiato il mio stile di vita, fatto di lavoro e viaggi in giro per il mondo. Poi un giorno, al ritorno da un periodo di tre mesi di lavoro negli U.S.A. con mio marito in un ranch in Wyoming, lui mi chiede: “me lo darai un figlio?”….. Mmmm, così al brucio gli rispondo: “certo!”, ma in realtà il mio pensiero era: “e ora che faccio?”……. “Ok”, mi dico, “niente panico, non rimarrò incinta al primo tentativo?....In fondo ho 35 anni, mica più 20?!?”. Ok, primo tentativo incinta. Biglietti aerei per il ranch, andati, troppa nausea e troppo rischioso e faticoso il tipo lavoro. Per i primi 6 mesi reagisco negativamente, sono a terra, i miei sogni, le mie aspettative di cambio di vita, i miei States, il mio Wyoming…… Poi la morfologica: lo vedo bene, li con quel faccino, le manine piccole, messo nella stessa posizione in cui sono messa io in quel momento sul lettino….. amore a prima vista! Lo sento, lo cerco, gli parlo tutti i giorni. Intanto inizia il corso pre-parto, ma su certe cose io sono ancora un po’ “donna in carriera” e mi dico: “Due anni di tetta!?!? Sono mica una mucca io! Ah no no…. Massimo i canonici 6 mesi e poi si torna al lavoro! In fondo io sono cresciuta a LA e mica sono poi tanto male no?!?”. Nel mio inconscio però qualcosa stava cambiando, mi informavo, mi documentavo, ma non lo ammettevo…. Poi arriva quella notte, tutto perfetto, rottura acque ed in 6 ore eccolo il mio splendido bambino, già attaccato al seno con ancora il cordone che pulsa. Nessun problema per il primo giorno, poi inizia il calvario. Federico non si attacca più, dorme, una fatica tremenda per attaccarlo, pochissimo aiuto, completamente abbandonata. Il clima non aiuta, nevica, fuori la temperatura è sotto zero, (gennaio 2012), l’ittero sale, mi dimettono comunque, un disastro! Arrivo a casa, cerco di consultarmi al telefono con amiche che ci sono passate, con l’ostetrica del corso pre-parto, ma niente, non ci riesco, Federico piange ed io esplodo. Nel mentre si insinua la depressione, l’insicurezza, ma io ancora non me ne rendo conto e reagisco: “ce la devo fare”, ok insisto, sarò più decisa, “si dai ce l’ho fatta” e via!!!! Federico si attacca, mangia con gusto, è tranquillo e io mi sento una divinità! Tutto procede a meraviglia! Arriva la visita di controllo dopo 3 giorni dalle dimissioni, vado decisa, tranquilla, sicura, io e il mio bambino siamo un successo, il peso è ok 150 grammi in tre giorni, poi arriva la batosta: bilirubina a 25! “Non va bene signora, il bambino va ricoverato, ma lei non può stare”….. “E io come faccio ad allattarlo?”, “Ah viene qua durante il giorno e se lei non c’è gli diamo l’artificale”…. Noooooo!!!!!! Non se ne parla nemmeno!!!!!! Ecco che scopro cosa avevo inconsciamente costruito in quei mesi: ero diventata una madre: Non era più importante carriera, il Wyoming, il ranch, i viaggi. Il mio Wyoming è lui! Sono decisa: non lo mollo, lui sta con me. Punto. Grazie ad un’amica infermiera nel reparto si trova la quadra, mi ricoverano con lui all’ospedale infantile…. Non mi dilungherò oltre, siamo stati ricoverati 4 notti e 4 giorni, ho versato tutte le lacrime che avevo in corpo e dentro di me si è insinuato il dubbio più grande…. Sono caduta in depressione, ho vissuto i primi 6 mesi di maternità nel peggiore dei modi, piena di dubbi, sempre a pormi domande: “sarà sufficiente il mio latte?”. Poi il giudizio e le opinioni altrui, “Ma piange ancora?!?”, “Ma ha ancora fame?!?”….. Ho tenuto duro comunque, Federico è cresciuto solo a latte materno. Poi ho incontrato le persone giuste, il pediatra giusto, e pian piano ho ripreso fiducia in me stessa. Ce l’ho fatta davvero. Conclusione: sono tornata al lavoro dopo 8 mesi e non 6. La carriera c’è ancora, ma prima di tutto viene Federico. I viaggi torneranno ad esserci, magari il trasferimento in Wyoming per adesso no, o magari non si farà più, ma il mio Wyoming è qui, ha 27 mesi, è alto circa 90 cm. e ancora oggi prende la tetta…… Ebbene si sono una “mucca” e ne vado fiera!

sabato 5 aprile 2014

IL CERCHIO DELLA VITA.... la storia di latte di Elena.


Sono passati quasi 8 mesi da quel giorno… il giorno in cui ho smesso di allattare Ginevra. La nostra storia è iniziata in un modo così burrascoso (http://sosallattamento.blogspot.fr/2012/10/la-storia-mia-di-ginevra-e.html) che ancora non mi capacito di essere riuscita ad allattare 15 mesi. Col rientro al lavoro ovviamente le poppate si erano diradate, ma la colazione e la pre-nanna erano irrinunciabili. Lo ammetto quella della sera era il nostro momento, quel momento solo nostro, di coccole e amore. Ginevra diventava grande, tanto grande, e in giro era difficile gestire l’allattamento, anche per i pregiudizi che ancora circolano. A giugno, età 1 anno, eravamo a Canelli per l’Assedio e l’ho allattata ogni volta che me l’ha chiesto. Una signora arricciò il naso e con un’aria di diniego se andò. Quando la sera, mentre imperversava la battaglia, cannoni, fucili ecc la piccola se la dormiva beata la stessa signora ripassò e mi disse “ma la bambina riesce a dormire?” “Eh le dissi io, poteri del seno”.. ovvio che non è così, ma la mia risposta la zittì e mi bastò! Mamme non permettete a nessuno di giudicarvi! Ritornai a lavorare sulle 8 ore, riducendo ulteriormente le poppate. Ma soprattutto Ginevra oramai era autonoma nell’addormentarsi anche senza. E questa fu la cosa che mi fece più male. Non solo, ma con mio grande stupore (dolore) scoprii che Marco era perfettamente in grado di accompagnarla fra le braccia di Morfeo, insomma io ero diventata superflua!!! Ginevra era cresciuta così in fretta. Era pronta a staccarsi dal mio seno. La mattina che le presentai il biberon di latte, lo prese e se lo bevve, come se non avesse fatto altro nei mesi precedenti. Io piansi. E quando, complice le calde serate estive che ci portavano ad uscire anche solo per un gelato, … quando mi resi conto che erano più le sere che si addormentava nel passeggino anziché al mio seno capii che era giunto il momento. Domenica 18 agosto, Sant’Elena – ironia della sorte, attaccai Ginevra al mio seno per l’ultima volta prima del riposino pomeridiano. La tenni vicino a me in un abbraccio che volevo mi rimanesse impresso per sempre. Dal giorno dopo e per tutta la vacanza Marco, il mio super papà, si occupò di metterla a letto. Lei non mi cercò più, non mi cercò il seno, nulla. E il mio corpo, consapevole si adeguò a questa nuova situazione, lentamente il latte cessò di esserci, piano piano, indolore, come era venuto così se ne andava. Forse davvero erano tutti pronti tranne me. No il nostro legame non si è rotto. Continuo a metterla a letto io, e quando appoggia la sua testa sulla mia spalla, stringendo le braccia intorno al collo, mi sento scoppiare il cuore dalla felicità, un figlio è per sempre, adesso ho imparato che cosa significa questa frase. Il nostro legame è al di là di un seno, è oltre al tenerla in braccio, il nostro legame è quella scarica elettrica che mi percorre la spina dorsale ogni volta che sento per casa la parola “mamma”, quel groppo in gola che mi assale quando piange perché magari è caduta o non riesce in un gioco, quel peso che mi rende difficile il girarmi e andare a lavorare quando la mattina mi saluta sorridente al nido. Stare insieme “oltre” all’allattamento è coricarsi per terra a colorare per l’ennesima volta Peppa o Minnie, è bere i suoi caffè e mangiare le sue torte in ginocchio vicino al tavolino con lei, è coricarsi sul divano e leggere un libro inventando perché lei gira le pagine troppo velocemente. Il nostro nuovo “noi” è fatto di GiroGiroTondo ripetuto n-mila volte in auto tornando verso casa, e Nella vecchia Fattoria solo per imitare tutti gli animali., è lei che mi passa le mollette mentre stendo il bucato, è lei che mi mette la farina nella ciotola per la torta, è lei che mi ricorda la pappa al gatto. Il nostro legame è qualcosa che il tempo potrà solo rafforzare. E io mi auguro, ci auguro di poter fra 10/15 anni tornare a scrivere di noi e magari Ginevra leggendo queste righe capire che sua mamma ha pianto più quando l’ha staccata dal seno che non per il dolore quando l’ha attaccata. E allora lei si chiederà “ma che cos’è questo legame madre-figlia?”… E’ il cerchio della vita figlia mia, e ti auguro un giorno di scoprirlo, con le stesse lacrime di felicità di tua mamma. Anche per questa fase devo ringraziare Monica che mi ha telefonicamente supportata nei miei momenti di crisi mistica (OhMioDddio mia figlia mai odiia e amenità simili), un GRAZIE gigantesco (e non sarà mai abbastanza) a mio marito Marco che nonostante tutto mi sopporta ancora, mi aiuta, mi spalleggia, insomma mi ama così come sono e un grazie alle mamme-supporter del gruppo SOSALLATTAMENTO perché condividere certi stati d’animo aiuta veramente tanto! Grazie…. e… speriamo presto di ricominciare! Elena

lunedì 31 marzo 2014

...ho capito quanto sarà dura per me rinunciare a questi nostri momenti esclusivi.... la storia di un allattamento "prolungato". La storia di Claudia..


Alla fine ho capito tutto…proprio poco fa, mentre mettevo a dormire Viola prima di andare in ufficio . Ovviamente se ci sono io lei si addormenta solo con la sua “titta” nonostante i 26 mesi suonati , se io manco non mi cerca neppure e si addormenta nei modi più svariati, pure aggrappata al gatto. So che è un pensiero arzigogolato, io sono un insieme di contraddizioni continue ma, alla fine il punto di arrivo è sempre questo; Monica sa quante volte io dica basta a questo “vizio” del seno che fra primo bambino e seconda va avanti da cinque anni però oggi ho capito che quella viziata oltre a loro sono proprio io. Ebbene si, io che ogni tanto sospiro da sola e dico, basta non ce la faccio più, io che agli altri racconto da circa sei mesi che la sto staccando definitivamente, io che avrei voglia di non vedere più il mio seno alla mercé della prole con capezzoli che vengono usati come manopole dello stereo, , non mi sento pronta a tagliare definitivamente questo grande cordone che ci lega. Probabilmente il motivo principale è il sapere che 99 su 100 dopo non ci saranno altri neonati per casa a meno di non fare un super enalotto, il fatto di osservare questo maledetto tempo che corre velocissimo e contemplare i passi da gigante che i miei bimbetti fanno da soli, supportati si da mamma e papà ma non più totalmente dipendenti da loro. Io ho avuto la gran fortuna di poter allattare al seno senza integrazione entrambi i miei figli, sono stata molto fortunata non più brava, probabilmente avessi allattato artificialmente avrei comunque lo stesso percepito il distacco, magari nel momento del passaggio dal biberon alla tazza o in altri punti cruciali della crescita del bambino come lo spannolinamento. Ricordo di aver pianto come una fontana quando realizzai che Davide era autonomo nell’andare in bagno, come piansi scendendo le scale della scuola materna o quando vidi Viola salutarmi serenamente in braccio alla maestra del nido. Cosa c’entra questo con il mio allattamento prolungato direte voi…C’entra care colleghe mamme…oggi mentre ero nel lettone con Viola ho percepito una pace ed una tranquillità che nessun corso di joga o pilates mi abbia mai lasciato, l’ho guardata dormire mentre aveva ancora il riflesso di suzione e ho capito quanto sarà dura per me rinunciare a questi nostri momenti esclusivi. Il limite è mio lo so, forse vedere crescere Davide e rendermi conto che, man mano che diventa grande la mamma è sempre il suo sole, ma non il centro assoluto dei suoi pensieri. Ora il papà è complice, gli amichetti e i nonni uno spasso; io ci sono e lui è coccolone ma ha iniziato a lasciarmi la mano. Eppure questo è il corso meraviglioso del nostro mestiere naturale, oggi ascoltavo (e ovviamente avevo il viso che sembrava una cascata del Njagara) la canzone di Elisa scritta da Ligabue dedicata alla figlia “A modo tuo”; bisogna farli crescere questi bimbi, lasciarli liberi di cadere ed esplorare, ma quanto è difficile. Ogni tanto mi commuovo persino guardando mia nipote undicenne alta 1,60 con il 40 di scarpe; ricordo il giorno della sua nascita come fosse ieri, quando la tenevo in braccio e la portavo su e giù dal corridoio per farla addormentare, lei mi guardava con gli occhi mezzi chiusi. Ora per guardarci negli occhi non devo manco abbassarmi più di tanto, mi parla dei ragazzini e del ciclo che sente che le sta per arrivare. Ecco, in un soffio tutto è passato, Davide la settimana prossima proverà ad andare alla scuola calcio, lui che mi gridava sbattendo i piedi singhiozzando: “Voglio la tittaaaaaaaa” ora quando vede che Viola fa uscire il latte dice: “bleah”. Perdonatemi quindi per questo monologo forse noioso ma ho finalmente capito che sono io a dovere svezzarmi da Viola e ora come ora non ne ho le capacità. Grazie mamme per il supporto e la compagnia che ogni giorno mi date su SOSALLATTAMENTO o negli altri gruppi di mamme, spero di esservi stata di aiuto in tanti momenti. Vi lascio con questo pensiero forse scontato ma vero: che abbiate allattato al seno o col biberon, che abbiate partorito con parto naturale, parto indotto o cesareo, che siate madri biologiche o adottive, non scordate mai quanto speciali e uniche siete.

venerdì 21 febbraio 2014

ALLATTARE AL SENO: LE DOMANDE DELLE MAMME - INCONTRO GRATUITO


COME SAPERE SE IL LATTE "BASTA"? QUALI SONO I VANTAGGI DI ALLATTARE AL SENO? COME RISOLVERE I PROBLEMI DI ALLATTAMENTO ( MASTITI, DOTTI OSTRUITI, DOLORE AI CAPEZZOLI ECC...)? a queste e a tutte le vostre domande tenteremo insieme di rispondere . Insieme perchè il valore principale di questi incontri è il contributo del gruppo di mamme che già stanno allattando e possono raccontare la loro esperienza. Vi aspetto! INCONTRO GRATUITO PER GESTANTI E NEO MAMME TENUTO DA UNA CONSULENTE PROFESSIONALE IN ALLATTAMENTO IBCLC. SONO BENVENUTI I BAMBINI! L'incontro si terrà nella sede della British Centre Alessandria in piazza Garbaldi 38 - Alessandria - INFO: Monica tel 3272027093

mercoledì 5 febbraio 2014

Nessuna mamma è perfetta, ma con un po’ di sostegno ce la può fare!!! ...LA STORIA DI MARY


Ecco la nostra storia. Ciao a tutti, sono una neo mamma per la seconda volta. I miei cuccioli sono Paolo di quasi 4 anni e Mauro di ormai 6 mesi. Vi voglio raccontare cosa ci ha regalato il corso di massaggio infantile. Quando è nato il mio primogenito Paolo ero un po’ scossa, ma chi non lo è??!! La gravidanza era stata difficile tra minacce di aborto e nausee per 9 mesi. Il parto non è stato da meno, induzione, 12 ore di travaglio strazianti e un cesareo d’urgenza. Finalmente ho tra le mani il mio piccolo ( si fa per dire, pochi grammi ai 4 Kg!!!). Sono contenta, ma non lo sento mio... mi ha fatto stare così male! Inizia l’allattamento non senza difficoltà, ragadi, montate lattee straripanti, lui sempre attaccato, infinite notti in bianco... e presto si fa strada il senso di inadeguatezza. Sono sola, mia mamma lavora, mio marito lavora, mia suocera c’è , ma spesso i suoi consigli “ di altri tempi” mi mettono ancora più in crisi. Passo troppo tempo con Paolo, avrei bisogno di staccare per ritrovare me stessa e potermi ritrovare più serenamente con lui, ma non ho il coraggio e la voglia di staccarmi. Per i sensi di colpa, per la vergogna di ammettere che non sono una brava madre, per la convinzione che lui ha solo bisogno di me. Il solo allattare per me diventa un peso, ma non voglio smettere perché faccio del bene a lui. E cosi maturiamo un rapporto di attaccamento quasi morboso, dove non stiamo lontani l’uno dall’altra ma inquinato da sentimenti di tristezza e rancore profondo verso me stessa per essere inadeguata nel mio nuovo ruolo, verso chi non mi capisce e minimizza, verso di lui così piccolo ma che mi ha cambiato così impetuosamente la vita. Devo ammettere con il senno di poi che tutto questo probabilmente aveva un nome: depressione. A quasi un anno di Paolo torno a lavorare e nonostante le ansie all’inizio siano tante e i problemi organizzativi mica da ridere, pian piano mi sembra di rinascere! Riesco a staccarmi dal mio ruolo di mamma e le responsabilità finalmente sono condivise. Ritrovarsi è bello. Con il passare del tempo le cose si stabilizzano, io sono più forte, Paolo cresce, mio marito è parte attiva nell’organizzazione famigliare. Ma nel momento del conflitto tra me e Paolo rimane questo tipo di approccio di amore e odio e l’attaccamento da parte sua è forte come volesse dirmi :” tu sei solo per me, non c’è spazio per nessun altro tranne me e te e quando non mi guardi ti costringo a farlo”. Sono preoccupata, perché non è l’amore che vorrei insegnargli. Vorrei che fosse sicuro di essere amato sempre anche quando non stiamo insieme, vorrei che non si sentisse abbandonato, che sapesse che le persone a volte se ne vanno, ma poi ritornano. Passano un paio di anni e decidiamo che siamo pronti ad allargare la famiglia e ad accogliere Mauro. La gravidanza e migliore, io so cosa mi aspetta ( per lo meno ne ero convinta), Paolo cresce. Inizio a preparare Paolo all’arrivo del fratellino. Quasi tutto bene, è curioso, annuncia ai suoi compagni e a tutti quelli che incontra che nella pancia della mamma c’è il fratellino. L’ultimo mese di gravidanza è difficile e lo sente anche Paolo che non perde l’occasione per attirare la mia attenzione e per starmi letteralmente in braccio. Le ansie non tardano ad arrivare, accetterà suo fratello? riuscirò a voler bene loro allo stesso modo? Arriva Mauro … “Ma quand’ è che viene la sua mamma a prenderselo e lo porta via e la mia mamma viene a casa????” Bene, punto primo, far capire che la mamma di Mauro e di Paolo è la stessa. Il primo mese a casa è stato difficilissimo: oltre a problemi di recupero legati al secondo cesareo, faccio di nuovo fatica ad avviare l’allattamento per pressoché gli stessi problemi che questa volta non riesco a risolvere. Paolo non accetta di starmi lontano per più di mezz’ora e ogni motivo è buono per piangere e urlare. Sembra che nessuno sia in grado di gestire un bambino di tre anni e mezzo. Panico e frustrazione si fanno largo dentro di me e quante lacrime!!! Ma in che guaio mi sono andata a cacciare? Grazie ai consigli di un’amica che ha partorito da poco vengo a conoscenza di Monica Bielli e nel giro di 15 giorni risolvo i miei problemi di allattamento ( Grazie infinite Monica!). La stessa Monica mi invita al corso di massaggio infantile che inizierà lei stessa di lì a poco. Sono un po’ titubante, ma decido di fare a me e Mauro questo regalo ( eh sì perché di regalo si tratta!!!). Nella peggiore delle ipotesi, mi dico, avrò trascorso del tempo fuori casa e scambiato due parole. Intanto Paolo è alla scuola materna, per cui non mi sento in colpa di rubare a lui del tempo insieme. Inizia il corso, Mauro ha un mese e mezzo, ancora piccolo per interagire e dirmi se apprezza ma ne approfitto per imparare delle tecniche di massaggio per alleviare piccoli disturbi del tempo ( le terribili coliche!!!). Nel frattempo, tra un’incontro e l’altro, Monica ci propone delle letture da cui scopro che il massaggio infantile può essere adeguato ai momenti di crescita e accompagnare lo sviluppo dei piccoli fino all’età adulta … o quasi!! Quale migliore occasione per sperimentare il massaggio su Paolo e coinvolgerlo nel massaggio al fratellino???? E così è stato. L’inizio un po’ goffo e titubante, la durata di 5 minuti riservata a una sola parte del corpo ( le gambe e i piedi, perché Paolo soffre di dolori di crescita) con grandi bagni nell’olio di mandorle!!! Pian piano Paolo si è avvicinato al fratellino, che nel frattempo è cresciuto e interagisce, e mi aiuta a cambiarlo, lavarlo e massaggiarlo (anche fin troppo adesso!!!). Ogni occasione è buona per manipolare suo fratello e Mauro non aspetta altro!! Mauro adesso con lo sguardo in estasi e la bocca aperta mi fa capire quando gradisce, ridendo come un matto fa capire a Paolo che si diverte, urlando e frignando ci dice “adesso basta!!”! Intanto sto allevando due “gattoni” che non vedono l’ora di abbracciarsi e coccolarsi ( coccole bavosissime!!!) e ovviamente non esimono noi ( mamma, papà e nonna) dello stesso trattamento!!!! Questo è quello che ha regalato ai miei figli il corso di massaggio. A me ha regalato la consapevolezza del toccare, del piacere, del dolore, del bisogno dell’altro. La Consapevolezza che la carezza arriva dove non riesce la parola. La serenità che con un po’ di aiuto nessuna mamma è così terribile e c’è sempre spazio e modo per crescere insieme ai propri figli. Quindi mamme: Imparate a massaggiare!!!! Imparate a parlare dei vostri problemi e dei vostri sentimenti!!!! Non rimanete da sole!!!! Nessuna mamma è perfetta, ma con un po’ di sostegno ce la può fare!!! Allattare è possibile ed è un bel momento di amore da condividere con i vostri figli ( allatto mauro e tengo la mano a Paolo che beve il biberon di latte di fianco a me), fatevi aiutare!!! Grazie Monica Bielli, grazie per avermi aiutata ad allattare una seconda volta, grazie per avermi regalato i tuoi insegnamenti in tecniche di massaggio e avermi aiutato a costruire un rapporto speciale tra i miei figli, e grazie del tuo sostegno e compagnia con SOS Allattamento.

lunedì 27 gennaio 2014

...non sono solo io a nutrire lei ... con quella goccia di latte che le scende dalla bocca...beh,ecco quando la guardo il mio cuore scoppia di gioia ,mi sento piena, la mia Anima vola!! LA STORIA DI LATTE DI LUANA


La nostra storia di latte è cominciata quasi 6 anni fa con l'arrivo di Giorgia. Una gravidanza bellissima, senza problemi, quindi per me era scontato un parto naturale,e invece per un problema dell' ultimo minuto sono finita col fare un cesareo. Per molte la soluzione migliore,l'unico modo per non soffrire... Ma non per me, non ero stata una buona madre, quindi anche se dall' esterno molti mi dicevano che con il cesareo non avrei avuto latte, io non potevo non allattare. Così testarda più che mai, ho iniziato l'allattamento, un allattamento difficile, perché Giorgia non si attaccava bene avendo il seno molto pieno e il capezzolo quasi piatto. Ovviamente le ragadi non hanno tardato ad arrivare,quindi avevo un male allucinante,ma il dolore non era sufficiente... No,perché ovviamente quando tu non sai più dove sbattere la testa e avresti bisogno di un supporto, quantomeno morale ,chi ti arriva? Il sapientone di turno che inizia a dire:"avrai abbastanza latte?ma 6 sicura che sia nutriente?a me sembra che non cresca!" oppure:"ma se la tieni sempre attaccata prende il vizio!devono passare almeno 4 ore tra una poppata e l'altra!"e ancora:"avrà le coliche!cosa hai mangiato?" e bla bla bla...Di certo tu hai tutte le colpe e 6 una madre degenere e poco attenta!Allora sotto consiglio del pediatra,visto che cresceva poco ho iniziato con le giunte,che tanto non hanno risolto di fatto il problema,perché Giorgia,comunque mangiava. poco e cresceva ai minimi storici.Per me quei mesi di allattamento sono stati un incubo e non vedevo l'ora che finissero da quanto mi stressavo.Poi dopo 5 anni é arrivata un' altra gravidanza,anche questa senza problemi per fortuna. Il 16 ottobre 2013 é nata Ilaria,un altro cesareo,ma questa volta l'ho vissuto diversamente e sono riuscita ad accettarlo,senza sentirmi in colpa. Avevo deciso di allattare,ma volevo che fosse un' emozione bella,un momento di coccole solo nostro. Per cui reduce dell' altra esperienza ho messo tutti fuori dalla porta. Ma questo non é bastato per evitare i problemi legati all' inizio dell' allattamento. Problemi che si potrebbero risolvere con una conoscenza più approfondita di come funziona il seno e di come si allatta,ma di questo argomento si parla troppo poco,anche nei corsi pre parto purtroppo. Anche questa volta le ragadi sono arrivate,perché con il cesareo,soprattutto i primi giorni non l' attaccavo nel modo giusto,ed in più avendo male, ogni volta che le proponevo il seno mi ritraevo e non facevo che peggiorare la situazione...Ho cambiato 4 creme,ho provato a tenere il seno scoperto,ci mettevo il mio latte dopo la poppata,ma la situazione non migliorava, poi grazie a Monica che mi ha fatto notare che forse sbagliavo l' attacco,e ai consigli delle altre mamme...ed anche grazie alla mia testardaggine,sono riuscita a rendere unico il momento della poppa. Certo non é stato facile,i primi 40 giorni sono stati un delirio,tra attimi di sconforto,rabbia e pianti perché avevo dei dolori allucinanti.Ma poi...se una cosa la vuoi davvero,alla fine ce la metti tutta per ottenerla... Almeno per me é stato così. Ora Ilaria ha 3 mesi e ciuccia che é una meraviglia. In quei momenti,che sono solo nostri io mi sento in Paradiso,sì perché non sono solo io a nutrire lei , ma i suoi occhi dolci che mi guardano e il suo sorriso sornione, con quella goccia di latte che le scende dalla bocca...beh,ecco quando la guardo il mio cuore scoppia di gioia ,mi sento piena, la mia Anima vola!!L' esperienza più bella e appagante della mia vita,dopo il parto ovviamente! Ringrazio Monica per aver creato questo gruppo SOSALLATTAMENTO,ringrazio le mamme che ne fanno parte e che condividono,senza giudicare le esperienze delle altre mamme,e ringrazio Sara. per avermi iscritto... Perché la mia forza di volontà da sola non avrebbe reso. possibile questa fantastica esperienza! GRAZIE DI CUORE!!