domenica 6 maggio 2012

LA STORIA DI LUNA


Ho deciso di raccontare la mia storia legata all'allattamento al seno affinchè tutte le neo-mamme possano usarla per capire che noi mamme non siamo sbagliate e che l'istinto di protezione e l'amore possono farci conquistare tutto...
Ho partorito il 9 aprile 2012. Il mio piccolo non è potuto stare con me poichè aveva bevuto una certa quantità di liquido amniotico, pertanto è stato portato presso il nido con gli altri neonati per i dovuti controlli. In serata è stato con me, ma durante la notte non l'ho tenuto in stanza con me poichè ero svenuta e le dottoresse hanno ritenuto più opportuno che io riposassi senza dovere badare al piccolo.
Il parto si è svolto naturalmente, ma non appena il piccolo è nato non me lo hanno fatto attaccare al seno; mi hanno praticato l'episiotomia e mi hanno portata in stanza senza che io lo attaccassi al seno.
Il giorno seguente ho tentato di avviare l'allattamento. Le infermiere che mi hanno "seguita" mi hanno detto che il bambino andava posizionato sulle gambe adoperando un cuscino e schiacciando il suo viso contro alla mammella. Purtroppo, però, il mio piccolo cominciava ad urlare con un grido soffocato, spaventato e disperato ogni qualvolta veniva utilizzato questo sistema. Io lo consideravo aggressivo e non mi piaceva, ma mi sentivo inesperta, incompetente, incapace, e mi sono lasciata guidare da loro, nonostante il piccolo continuasse a non attaccarsi al seno. La montata lattea non arrivava. La seconda notte, il piccolo piangeva disperato (per la fame), e poichè continuava a non attaccarsi al seno, ho chiesto aiuto alle infermiere in turno. Risposta (con sguardo di presa in giro come se fossi una cretina) : "Signora, se il bambino non si attacca gli darà l'aggiunta o comincerà con l'artificiale". A quel punto sono esplosa. Durante il corso pre-parto l'ostetrica aveva più volte ricordato l'importanza dell'allattamento al seno, avevamo visto insieme dei video esplicativi e ci aveva detto quanto fosse importante non mollare e cercare in tutti i modi di allattare al seno. Mi aspettavo, quindi, una stessa linea di pensiero da parte delle colleghe che dovevano seguire le neo-mamme che avevano appena partorito. Mi diressi quindi verso l'asilo nido dove venivano tenuti i piccoli che non stavano in stanza con le mamme, chiedendo ancora aiuto perchè riuscissi a fare attaccare il mio cucciolo al seno. Ebbene, ho incontrato donne sgarbate, indisponenti, che mi hanno detto che non era possibile che la loro collega mi avesse dato una simile risposta, e una di loro (quella con la quale mi sono PURTROPPO rapportata maggiormente) ha detto che io inventavo le cose e che ero io a non capire i loro insegnamenti, visto che lei aveva perso con me gran parte della serata per farmi vedere come allattare al seno.
Se non ho reagito davvero malamente è stato solo perchè in braccio avevo il mio piccolo : ho fatto presente alla cara signora che insegnare alle neo-mamme ad allattare era solo uno dei suoi compiti da infermiera e che non mi aveva fatto un favore, anzi, che probabilmente doveva rivedere il suo metodo giacchè il mio piccolo dopo 48 ore ancora non si era attaccato correttamente, addirittura a me dava l'impressione di essere spaventato dal mio seno vista l'aggressività del suo metodo.
Risultato? Mi fecero sedere lì con loro, all'1 di notte, ed il piccolo si attaccò, ma per 1/2 minuti al massimo. Mi diedero quindi la famosa "aggiunta", dato che andava nutrito.
Tornata in stanza, il mio piccolo aveva ancora fame, e cominciò ad urlare disperatamente. Al che un'infermiera del nido entrò in stanza e malamente mi porse un biberon dicendomi di darglielo, spazientita ed irritata. Mi sentivo già estremamente in colpa verso le altre mamme poichè il mio piccolo piangeva disperato e sapevo che stavo disturbando il sonno delle altre mamme, quindi passai il resto della nottata piangendo.
Il terzo giorno, uscii dall'ospedale. A casa, tentavamo di farlo attaccare al seno ma la scena era sempre la medesima: il piccolo Samuel urlava disperato alla sola vista del mio seno. Così cominciammo con l'allattamento artificiale, anche se ad ogni pasto io tentavo di allattarlo al seno.
Dopo 4 giorni tornammo in ospedale per una visita di controllo, e là altre infermiere con cui ancora non mi ero rapportata durante la mia degenza mi dissero che potevo adoperare il tiralatte per dare al piccolo il mio latte, dato che era arrivata la montata lattea. Mi spiegarono anche come tirarlo al meglio. Tutto ciò non mi era stato detto durante la mia degenza in ospedale, e mi sembrò già un enorme passo avanti il fatto di potere nutrire il mio piccolo col mio latte, anche se ancora utilizzavamo i biberon poichè al seno continuava a non attaccarsi.
Finchè, una settimana fa... una mattina, prima di dargli il biberon, ho provato come sempre ad attaccarlo al seno. E finalmente il mio amore si è attaccato, ed è così che da una settimana lo allatto esclusivamente al seno; abbiamo accantonato biberon, latte in polvere, liquido... E nonostante sia difficile poichè il piccolo ha bisogno di rassicurazione e di lentezza, di tempo, di pazienza,io sono estremamente soddisfatta, perchè io e mio figlio abbiamo imparato come affrontare l'allattamento da soli, conoscendoci, ed ho capito che lui aveva solo bisogno di tempo e di entrare in contatto con me. Non siamo tutte uguali così come non tutti i bambini sono uguali, il mio aveva bisogno di annusarmi, di sentirmi vicina, e quando ci siamo lasciati andare abbiamo cominciato questa splendida avventura.
Ancora adesso capita che quando sia in preda alle colichette sia così nervoso da non volere attaccarsi. A quel punto, ho imparato che devo tranquillizzarlo e ritentare in un secondo momento.
Ad oggi posso quindi affermare di avere imparato da sola ad allattare, sono estremamente delusa da quanto accaduto, poichè durante il corso preparto l'ostetrica Antonella è stata eccezionale, così come le ostetriche che mi hanno accompagnata in travaglio e in sala parto, sono state persone magnifiche ed esemplari nella loro professione, idem per le ginecologhe. Ma il reparto nido personalmente è da rifare daccapo, allontanando possibilmente le persone che adottano metodi uguali per tutte le mamme, che trattano le neo-mamme come fossero delle deficienti, che non hanno sensibilità e non comprendono la delicatezza del momento, nonostante si parli di donne quindi ci si aspetterebbe almeno la solidarietà femminile !!!
Il mio consiglio è quindi di ascoltare il proprio bambino e di appoggiarsi a marito, amiche e a figure professionali, io ho avuto la fortuna di rapportarmi con amiche e consulenti in allattamento veramente fantastiche che mi hanno supportata, ascoltata e dato consigli validi, ed io poi li ho applicati modificandoli seguendo il mio istinto e quello che mi comunicava il mio piccolo.
Ogni donna sa cosa è bene per il proprio cucciolo, quindi non lasciate che persone incompetenti e cattive vi ostacolino nel vostro percorso.


GRAZIE a Luna per aver condiviso con noi la sua esperienza e se volete la potete trovare alla pagina di facebook !

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