giovedì 29 aprile 2010

PRE PARTO-POST PARTO

VI ASPETTO AI POLIAMBULATORI PATRIA IL GIORNO 10 MAGGIO ALLE ORE 10 PER UN INCONTRO SUI VANTAGGI DELL'ALLATTAMENTO AL SENO.
L'INCONTRO è ADATTO A MAMME CON IL PANCIONE MA ANCHE ALLE MAMME CON NEONATI. VI ASPETTO
MONICA

giovedì 22 aprile 2010

CURA PER IL CANCRO ARRIVA DAL LATTE MATERNO ( LA STAMPA)


Una sostanza contenuta nel latte è in grado di uccidere le cellule tumorali
Una cura per il cancro arriva dal latte maternoIl latte materno non finisce più di stupirci: oltre a essere una fonte alimentare gratuita e sempre pronta è anche il miglior alimento per il neonato. Il suo raggio d’azione non si limita al solo nutrimento del bambino, ma favorisce il sano sviluppo dell’organismo e ha un effetto benefico anche sulla mamma che allatta. Ed ora, una ricerca svedese ci fa sapere che il latte materno è anche in grado di uccidere le cellule tumorali.

Sono gli scienziati dell’Università di Göteborg in Svezia che hanno scoperto come una sostanza contenuta nel latte materno battezzata HAMLET (Human Alpha-lactalbumin Made LEthal to Tumour cells), che fu già scoperta diversi anni fa ma mai testata sugli esseri umani, potesse avere effetti positivi.
Nello studio sono stati coinvolti un gruppo di pazienti con diagnosi di cancro alla vescica. A questi è stata somministrata la HAMLET. Dalle analisi condotte in seguito si è scoperto che le cellule tumorali presenti nelle loro urine erano morte.
Gli scienziati, forti di questa scoperta, si dicono speranzosi di poter sviluppare nuovi farmaci per la cura del cancro che potrebbero vedere la luce in un futuro non tanto remoto.
Il dato positivo della ricerca è che HAMLET agisce solamente sulle cellule malate – ovvero le cellule cancerogene – mentre lascia intatte quelle sane. Già diversi studi condotti in laboratorio hanno dimostrato come HAMLET possa combattere 40 tipi diversi di cancro e dopo quest’ultima conferma i ricercatori sono impegnati a studiare il suo effetto sui tumori della pelle, quelli delle mucose e i tumori cerebrali.
I risultati di questo nuovo studio sono stati pubblicati sulla rivista “PLoS One”.
(lm&sdp)